Il maestro della letteratura
e della cultura ispano-americana

di Michele Rabà
Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea del CNR

Un convegno organizzato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche in onore di Giuseppe Bellini, già Presidente del Comitato 08 del settore umanistico

Lo scorso 8 ottobre si è tenuta, presso la Sala Napoleonica dell’Università Statale di Milano, con il patrocinio della Presidenza e del Dipartimento di Scienze Umane, Patrimonio Culturale del Consiglio Nazionale delle Ricerche, una giornata in onore del professor Giuseppe Bellini, già presidente del Comitato 08 (settore umanistico) del CNR e fondatore degli studi ispano-americanistici italiani.
L’iniziativa, che ha avuto per titolo “Cuando quiero hallar las voces, encuentro con los afectos”. Giornata in onore di Giuseppe Bellini, è stata realizzata con il coordinamento scientifico di Patrizia Spinato Bruschi, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, sede dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea (ISEM) di Milano, e di Jaime José Martínez Martín, della UNED di Madrid. Emilia del Giudice e Michele Rabà, della sede CNR di Milano, hanno curato l’organizzazione dell’evento, coadiuvati da Anna Bonifazi, Federica Manca e Angela Vita.


Un momento del convegno all'Università Statale di Milano
in onore di Giuseppe Bellini


Giuseppe Bellini (primo da sinistra)
durante il convegno dell'8 ottobre 2013 a Milano


I relatori della giornata all'Università Statale di Milano

La caratura dello studioso e la vastità del circuito relazionale – alimentato da decenni di carriera, dall’infaticabile attività di insegnamento, di formazione, di promozione di nuovi cultori della disciplina, ricercatori, docenti, dall’inesausta attività di organizzatore di convegni, seminari e missioni di studio in Spagna e in America, oltre che, naturalmente, attraverso le innumerevoli pubblicazioni (monografie, saggi, traduzioni, curatele) sui più disparati filoni di ricerca – sono emersi con chiarezza nella suggestiva e prestigiosa cornice di Palazzo Greppi.
Questa la sede dell’incontro concessa non a caso dal Rettore Gianluca Vago, per onorare un docente ed intellettuale parimenti noto sulle due sponde dell’Atlantico, che ha scelto di concludere la propria carriera – accademica, ma non certo di ricerca – quale cattedratico di Lingua e letteratura ispano-americana presso l’Ateneo Statale milanese.
Riuniti intorno al promotore delle reciproche relazioni, studiosi dal Vecchio e dal Nuovo mondo, italiani, spagnoli e americani, provenienti dai più disparati atenei europei e no, hanno restituito tutta l’imponente complessità delle implicazioni di un insegnamento che ha saputo comunicare i fondamenti della disciplina, ma anche valori umani e civili, a intellettuali operanti nei settori più disparati dell’ibero-americanismo, settori che, come, come ha voluto sottolineare lo stesso Bellini, spaziano per un ventaglio disciplinare persino più ampio di quello da lui personalmente battuto.
Era presente una delegazione dell’Università Bocconi – la Direttrice del Centro Linguistico, Lucia Nuzzi, e Leandro Schena –, che Bellini, nel suo discorso di ringraziamento, ha voluto ricordare quale il luogo di inizio della sua carriera di studioso e accademico, mentre l’Ateneo si è detto «onorato di poter annoverare il prof. Bellini tra i suoi primi laureati della facoltà (allora sezione) di Lingue e Letterature Straniere come anche tra i suoi più appassionati professori il cui lascito prezioso permane ancora oggi».
Nel suo discorso di benvenuto agli intervenuti, Patrizia Spinato, Responsabile della sede di Milano dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea, ha sottolineato come «l’entusiasmo» sia stato il «sottile filo rosso che ha legato l’organizzazione di questa giornata, per la quale vogliamo ringraziare tutti e ciascuno di voi per il preziosissimo apporto che singolarmente a più riprese ci avete dato e che ci ha confermato la bontà dell’iniziativa”, ringraziando parimenti Gianluca Vago, «che da buon padrone di casa ha permesso di accogliervi in questa splendida sala, che conserva la memoria di tanti convegni da noi organizzati con i colleghi dell’Università degli Studi di Milano».
Sono stati oggetto dei più vivi ringraziamenti da parte dei promotori dell’evento anche il Presidente del CNR, Luigi Nicolais, «che ha accolto senza indugio il nostro festeggiamento nell’ambito delle celebrazioni per il novantesimo anniversario del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che ricorre proprio in questi giorni e che scandisce il programma delle attività autunnali», Riccardo Pozzo, «che ha voluto che il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, Patrimonio Culturale, di cui è Direttore, contribuisse alla giornata».
Parimenti sentito è stato l’intervento, dedicato a Bellini, di Jaime Martínez Martín, che del maestro ha voluto ricordare, oltre le qualità umane e il senso profondo di accordo e di armonia che egli ha saputo creare tra i propri collaboratori, la capacità di trasmettere, attraverso i continui stimoli al lavoro di ricerca, di critica e di scrittura, un febbrile dinamismo produttivo a tutti i collaboratori, premessa imprescindibile per la formazione e per le fortune accademiche di tutti coloro che, oggi, si considerano suoi allievi: «Trabalhar com a equipa do Prof. Giuseppe Bellini», ha scritto Armandina Maia, studiosa di discipline lusitane, «é fazer parte de uma orquestra cuja música nunca mais esquecemos».
Alfonso d’Agostino, professore ordinario di Filologia Romanza dell’Università degli Studi di Milano, ha presentato in anteprima il volume “El que del amistad mostró el camino”. Omaggio a Giuseppe Bellini, a cura di Patrizia Spinato Bruschi, di prossima pubblicazione nella collana elettronica dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea, diretta da Alessandra Cioppi.
Il volume edito dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, Cuando quiero hallar a las voces, encuentro con los afectos. Studi di Iberistica offerti a Giuseppe Bellini, a cura di Patrizia Spinato Bruschi e di Jaime Martínez Martin, una copia del quale è stata, per l’occasione, presentata dalla curatrice al Professore, è stato introdotto da Dante Liano, professore ordinario presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, al cui intervento ha fatto seguito quello di Emilia Perassi, ordinario di letterature ispano-americane presso l’Università degli Studi di Milano.
Nel suo discorso di ringraziamento, Bellini ha ripercorso le tappe salienti della propria vicenda umana ed intellettuale nel mondo accademico, ponendo l’accento sugli sforzi, suoi, ma anche dei suoi maestri prima e dei suoi allievi, poi, per affermare la dignità della disciplina ispano-americana quale scienza autonoma dall’ispanistica sotto il profilo accademico, sebbene in osmosi costante con quella sotto il profilo scientifico: «todos los caminos del hispanoamericanismo llevan a tus libros, a tu sabiduría apasionada, a tu magisterio indispensable», ha scritto non a caso Selena Millares, docente dell’Università Complutense di Madrid.
Parimenti fondamentale è stato l’impegno affinché venisse riconosciuto nel mondo accademico milanese la complessità della galassia linguistica e culturale iberica e ibero-americana: non a caso, proprio con l’arrivo di Bellini all’Università Statale, l’Ateneo attivò l’insegnamento delle lingue portoghese e catalana.
Com’è noto, la lucidità di Bellini nell’interpretare tale complessità lo ha reso conosciuto e stimato, oltre che in America, anche in Spagna, dove la Biblioteca virtual Miguel de Cervantes ha dedicato all’accademico, primo tra gli studiosi di letteratura, un portale tematico sul proprio sito. L’interesse del mondo culturale, e no, spagnolo per la figura di Bellini, rimasto inalterato negli anni, anche grazie al protrarsi della sua attività di ricerca ben oltre il pensionamento e sino ad oggi, ha trovato un riscontro all’interno della giornata in suo onore nel sostegno all’iniziativa del Consolato spagnolo a Milano e dell’Ambasciata di Spagna a Roma.
Anche i numerosi messaggi di auguri giunti da ogni parte del mondo tendono a sottolineare soprattutto la netta cesura segnata dalla figura e dall’opera dello studioso nella reciproca percezione delle due sponde dell’Atlantico ispanico, attraverso la curiosità illimitata, la metodologia innovativa, la straordinaria ricchezza di una prospettiva critica in continuo movimento, in continua evoluzione, la sua “capacidad para abordar, con sutil inteligencia autores que van desde el Siglo de Oro a la literatura más actual”, come leggiamo nella dedica della Direttrice della Biblioteca Americana della BVC, Beatriz Aracil Varón.
«Desde los previos a la final obra sobre Historia de la Literatura Hispano Americana hasta las Actas del VII Congreso de la Asociación de Hispanistas, de 1980, y las obras del V Centenario de 1992», ha scritto Hebe Viglione, ricercatrice del CONICET argentino, i lavori di Bellini “ilustraron y permitieron insistir ante las autoridades, que era imperioso estudiar ese enorme material que desde España no llegaba por cuestiones político ideológicas”. Soprattutto «supo su perspicacia acceder a temáticas aun hoy resistidas en ciertos círculos, como la visión de la mujer, de la negritud, y [...] la inmigración italiana a mi país y al resto de América».

8 novembre 2013

Giuseppe Bellini

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