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Musei per emigrati,
immigrati
e nuove generazioni

Il crescente flusso migratorio in Italia ha comportato grandi cambiamenti legislativi, sociali ma soprattutto culturali, cosicché il patrimonio artistico è divenuto mezzo interculturale, di incontro e conoscenza dell'altro. Da questa prospettiva ha preso avvio il convegno "immigrazioni e musei", che si è tenuto martedì scorso presso la sede del Cnr - piazzale Aldo Moro.

"Il patrimonio culturale diventa patrimonio interculturale, veicolo di integrazione e occasione di dialogo" - ha affermato Patrizia De Socio del Centro per i servizi educativi del Museo e del Territorio, Ministero per i Beni e le attività culturali. Il ruolo dei musei è dunque mutato nel corso degli ultimi 50 anni. Da questa riflessione nascono due importanti progetti: RIME e Read-me, promossi dal museo nazionale preistorico etnografico "Luigi Pigorini" di Roma. "La congiuntura critica in cui le istituzioni culturali pubbliche oggi si trovano - afferma Vito Lattanzi, coordinatore dei progetti e Direttore della Sezione etnografica "Culture del Mediterraneo" del Museo Pigorini - ha trasformato il concetto di rete in una risorsa strategica, anche grazie all'incoraggiamento delle politiche di dialogo e di integrazione sociale promosse dall'Unione Europea. La mission delle istituzioni culturali, e dei musei in particolare, è oggi sempre più orientata alla valorizzazione del patrimonio e alle politiche della fruizione pubblica. Nel caso dei musei che conservano importanti collezioni di interesse etnologico la verifica e il ripensamento del loro ruolo è divenuta un'esigenza improrogabile. Lo scambio di esperienze e la collaborazione, che i network RIME e Read-me II consentono, si rivela in questo senso un'opportunità straordinaria per affrontare sia la crisi economica e culturale sia le sfide poste dalla società multiculturale contemporanea".

Il Progetto RIME (Réseau International des Musées d'Ethnographie / Ethnography Museums & World Cultures), rientra nel Programma Cultura della Unione Europea 2007-2013 ed è incentrato sul tema "Modernità e incontri tra le culture". Prevede seminari, laboratori scientifici e una mostra itinerante in sei musei europei.

READ-ME II (Réseau Européen des Associations de Diasporas & Musées Ethnographiques), che rientra anch'esso nel programma comunitario Cultura 2007-2013, ha un programma intitolato "[S]oggetti migranti" e consiste nell'adozione da parte delle associazioni della diaspora di oggetti museali, al fine di restituire alle collezioni un valore culturale attuale e fare del museo un luogo di confronto e di dialogo. Il progetto prevede, inoltre, la realizzazione nelle diverse sedi museali di laboratori tecnico-scientifici sul tema del valore testimoniale degli oggetti migranti, e di una mostra per il pubblico a Roma nel settembre 2012.
Migranti italiani. "Tante le analogie tra le migrazioni verso e fuori dall'Italia" ha sottolineato Lorenzo Prencipe, coordinatore scientifico del Museo nazionale dell'emigrazione italiana, ente inaugurato il 23 ottobre 2009 per raccordare le vicende dell'emigrazione locale. "L'allestimento al Vittoriano ricorda come siciliani, veneti, lombardi e toscani emigrati siano spesso diventati italiani proprio all'estero - precisa Prencipe, aggiungendo come la sezione del Mei dedicata all'immigrazione in Italia sia stata pensata per ribadire che il nostro è un Paese "di molteplici storie e culture, ma soprattutto luogo di unità nelle diversità". Un'analisi tesa a coinvolgere soprattutto le nuove generazioni, senza dimenticare il numero , ancora importante, delle partenze dall'Italia.

Melissa Neri