Napolitano: la cultura
volano fondamentale
per lo sviluppo del Paese

Agli Stati Generali della Cultura il Presidente della Repubblica, sulla base dell'articolo 9 della Costituzione, ha sottolineato che occorre dire più “sì” alla scienza, alla ricerca, alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio

«Il nostro assillo deve essere come rilanciare lo sviluppo nel nostro Paese: sviluppo produttivo, sviluppo dell'occupazione e, soprattutto, prospettiva di valorizzazione della personalità e dei talenti dei giovani, delle giovani generazioni. E dobbiamo sapere che la cultura può rappresentare un volano fondamentale per avviare una nuova prospettiva di sviluppo in Italia e anche, più in generale, in Europa». Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenendo lo scorso 15 novembre agli Stati Generali della Cultura, una manifestazione promossa al Teatro Eliseo a Roma dal quotidiano «Il Sole 24 Ore», insieme all’Accademia Nazionale dei Lincei e all’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica.
«Quando parliamo di cultura – ha detto il Capo dello Stato – parliamo di una scelta di fondo trascurata in un lungo arco di tempo, perché le questioni che abbiamo davanti oggi non sono nate un anno fa, con questo governo, e la scelta per la cultura resta quindi da fare perché non è stata fatta in modo conseguente per anni, per non dire per decenni, nel nostro Paese».
Il Presidente Napolitano ha richiamato l'articolo 9 della Costituzione come uno dei principi fondamentali della Repubblica, come «scelta meditata, lungimirante e di sorprendente attualità», e anche per come «ha saputo abbracciare in due righe tutti gli aspetti essenziali del tema che ancor oggi dibattiamo (e voglio rendere omaggio a quei signori che sapevano scrivere in due righe: sapevano scrivere in italiano le leggi, e innanzitutto la Legge fondamentale)».
Il Capo dello Stato nel suo intervento si è soffermato sul peso del debito pubblico, sottolineando come sia necessario «scrollarci dalle spalle questo peso insopportabile, e dobbiamo farlo perché altrimenti questi sono i casi e i modi in cui uno Stato può fallire, e non credo che possiamo giocare con questo rischio oggi e nel prossimo futuro, nel nostro Paese, chiunque governi e qualunque situazione politica e parlamentare esca dalle elezioni».Nel ribadire la necessità di continuare nello sforzo di risanamento della finanza pubblica, il Presidente Napolitano ha osservato che è essenziale «far emergere una nuova scala di priorità nell'intervento pubblico. Non credo, onestamente – avendo grande considerazione per chi deve far quadrare i conti pubblici: badate che non è uno scherzo per nessuno – che ciò sia fatale e che ci si debba arrendere a fuorvianti automatismi. La logica della spending review dovrebbe essere quella di ottenere risparmi di spesa in qualsiasi settore attraverso modifiche strutturali, modifiche di meccanismi generatori di spreco e distorsioni pesanti e attraverso l'avvio di processi innovativi nella produzione di servizi pubblici e nella costruzione di programmi di intervento pubblico. Questa logica dovrebbe però far salva un'attribuzione di maggiori risorse e finanziamenti da considerare finora sacrificati, e sono invece essenziali per una ripresa e una nuova qualificazione dello sviluppo del Paese. Dunque, salvaguardare una quota accresciuta e consistente di risorse, pur nella generale riduzione della spesa pubblica, per cultura e ricerca, tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico. Perché il contenimento della spesa pubblica e soprattutto della sua dinamica, innanzitutto la riduzione della sua entità attuale, non significa che non ci debba essere e non ci possa essere selezione. È molto arduo scegliere e dire: "questo sì e questo no", ma questa è la politica; la responsabilità della politica sta nello scegliere, nel dire dei "no" e nel dire dei "sì". E io credo che debbano essere detti più "sì" a tutto quello che riguarda la cultura, la scienza, la ricerca, la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio».
Quanto alla tutela del paesaggio, alla valorizzazione del territorio e alla sua messa in sicurezza, il Presidente Napolitano ha detto: «Quello che stiamo vivendo in questi giorni con le alluvioni, in tante parti del Paese, ci allarma. Sono stato mesi fa, dopo le alluvioni nelle Cinque Terre, a Vernazza, e – scusate se mi ripeto, ma certe volte è inutile inventare qualcosa di diverso – ho detto lì: abbiamo alle spalle una lunga storia di piani per la difesa del suolo, l'ultimo del 2010, con cui si stanziava credo un miliardo; ebbene, è una lunga storia di piani, di stanziamenti via via disgregatisi, persisi per strada, non portati a compimento. Questa è la dura storia, questa è la realtà».
Il Capo dello Stato, dopo avere affrontato la questione dei «soggetti istituzionali da riqualificare» e dei «soggetti del privato e del privato sociale da chiamare a raccolta», si è rivolto alla platea: «Io capisco – voglio dirlo francamente – tante impazienze, e vorrei dire con molta pacatezza e senso di responsabilità: fate valere le vostre legittime preoccupazioni, esigenze, insofferenze, proteste, facciamole valere con il massimo sforzo di razionalità e di responsabilità perché solo così potremo portare la cultura più avanti e il Paese fuori dalla crisi».

Il video dell’intervento del Capo dello Stato


18 novembre 2012

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