Scienza e poesia:
due linguaggi necessari

di Francesco M. Cardarelli
Primo Ricercatore del CNR

Giorgio Parisi alla presentazione, a Più libri più liberi, delle due collane in italiano di Superstripes Press. L'importanza della divulgazione

«La scienza e la poesia sembrano due ambiti lontani, completamente differenti. Eppure, la scienza e la poesia hanno un certo numero di cose in comune. Innanzitutto, la volontà di conoscere, di sapere, “per seguir virtute e canoscenza”, come dichiara Ulisse nel canto XXVI dell’Inferno, perché la poesia e la scienza rispondono entrambe a una necessità dell’uomo: capire come sono fatte le cose, la natura e l’universo, lui stesso». Così Giorgio Parisi, uno dei maggiori scienziati italiani, fisico teorico del Dipartimento di Fisica della Sapienza di Roma e direttore del Centro SMC dell’INFM-CNR, ha aperto il suo intervento all’incontro “Poeti e scienziati a colloquio”, nell’ambito di Più libri più liberi, la 10ª Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria, che si è svolta al Palazzo dei Congressi di Roma dal 7 all’11 dicembre 2011.
Per Giorgio Parisi, un altro degli aspetti che la scienza e la poesia hanno in comune è l’intuizione: «Molto spesso lo scienziato prima ha l’intuizione di quello che vuole dimostrare e poi lo dimostra». Di tali passaggi intuitivi non rimane traccia nelle formule dei teoremi o delle dimostrazioni matematiche, eppure sono decisivi. «Scienziati come Poincaré e Einstein – ha ricordato il fisico romano – affrontavano i problemi in questo modo. Magari “sbattevano la testa” a lungo, come dicevano, su un determinato problema e non riuscivano ad andare avanti; allora lasciavano la questione da parte, finché, dopo qualche tempo, non si presentava alla loro mente la soluzione, per intuizione». Certo, ha tenuto a precisare Parisi, il linguaggio scientifico è diverso da quello poetico, ma differiscono entrambi dal linguaggio comune: «Sono due linguaggi che vanno appresi con una lunga preparazione e sono necessari tutti e due per vedere le cose in maniera diversa. Per esempio, guardando un paesaggio dopo aver letto una poesia, si possono cogliere certe connessioni a cui prima non avevamo mai pensato».
All’incontro “Poeti e scienziati a colloquio”, tenutosi il 9 dicembre scorso, sono intervenuti anche il sociologo Franco Ferrarotti e alcuni poeti, italiani e stranieri: è stata l’occasione per presentare ufficialmente Gattomerlino, una nuova iniziativa nata nel seno delle edizioni Superstripes Press, Edizioni Internazionali di Poesia, Scienza, Critica, Arte, con sede a Roma, in via dei Sabelli 119, che pubblicano testi scientifici in inglese. Alla sezione inglese, Science, si affianca, dunque, ora quella italiana, Gattomerlino, con due collane parallele, curate dalla poetessa e critica letteraria Piera Mattei: la Serie Blu per la poesia e la Serie Verde per la divulgazione scientifica.
Huxley, La base fisica della vita
T.H. Huxley, La base fisica della vita, Superstripes Press

Dicembre 1947. Nella storia di un uomo, una data
Anonimo, Dicembre 1947. Nella storia di un uomo, una data, Superstripes Press
A testimoniare il legame tra la scienza e la poesia provvede efficacemente uno dei titoli della Serie Blu presentati a Più libri più liberi: le poesie di un anonimo scienziato, pubblicate con il titolo Dicembre 1947. Nella storia di un uomo, una data; una breve raccolta di «un giovane uomo pieno di talento, desideroso di vita, assetato di cultura, colmo di progettualità», come scrive nell’Introduzione Piera Mattei. Sulla divulgazione scientifica si sofferma in particolare Antonio Bianconi, ordinario di Biofisica e Scienza dei Materiali Complessi all’università romana della Sapienza, che presiede le edizioni Superstripes Press: «Nel mondo anglosassone la divulgazione è sempre stata considerata una cosa fondamentale; da noi, purtroppo, non è così. Il nostro obiettivo è quello di divulgare ricerche recenti. Siamo nella seconda decade del XXI secolo e la maggior parte della gente ha ancora le nozioni del XX secolo: la popolazione ha, invece, bisogno di capire il mondo in cui vive». Il primo volumetto pubblicato nella Serie Verde è esemplare per intendere gli intendimenti dei promotori di Gattomerlino riguardo alla divulgazione scientifica: La base fisica della vita di Thomas Henry Huxley, uno degli scienziati più originali dell’Ottocento, socio straniero dell’Accademia Nazionale dei Lincei e nonno dello scrittore Aldous Huxley. Si tratta della prima traduzione italiana del famoso discorso, tenuto a Edimburgo l’8 novembre 1868 dallo studioso inglese, edito poi nel 1892, nel quale Huxley presentava con un linguaggio poetico e appassionato la teoria in base alla quale esisterebbe una sostanza comune a tutti gli esseri viventi, chiamata protoplasma. A detta di Huxley, che condivideva tale idea con altri scienziati europei del suo tempo, tale sostanza conterrebbe quattro elementi, carbonio, idrogeno, ossigeno e azoto, che «sono tutti elementi privi di vita […]. Ma nel momento i cui si combinano, e in determinate condizioni, danno origine a quello che è l’organismo più complesso, il protoplasma, che esibisce tutti i fenomeni della vita». Nella postfazione al volumetto, intitolata Quattrocento anni dopo Galileo, Antonio Bianconi spiega perché l’idea di Huxley sia stata aspramente combattuta all’epoca e perché possa tornare oggi d’attualità. In base «al presupposto che la vita non fa parte del campo di indagine della fisica moderna», a differenza di quanto accadeva prima di Galileo, gli avversari di Huxley riuscirono agevolmente a mettere in ridicolo La base fisica della vita, tanto da far scomparire il termine protoplasma dalla letteratura scientifica. Naturalmente, «la scelta di escludere la materia vivente dall’ambito delle indagini della Fisica moderna ha contribuito al successo del mondo scientifico», ma i più recenti sviluppi della Fisica applicata al vivente hanno mutato le prospettive. Conclude Bianconi: «Oggi, nel 2011, Nigel Goldenfeld e Carl Woese propongono nel loro articolo, La vita è Fisica, che il tema del libro di T. Huxley torni attuale e affermano che sia arrivato per la fisica il tempo di affrontare la ricerca delle leggi fisiche della materia vivente. Un convegno di fisici si è tenuto a Roma in luglio per discutere di Fisica quantistica della materia vivente. È appunto la proposta che anche questo piccolo volume intende diffondere e rilanciare».

12 dicembre 2011

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