Un Paese
che non legge
non progredisce

di Francesco M. Cardarelli
Consiglio Nazionale delle Ricerche

Nel 2012 la crisi del libro e del mercato editoriale si è aggravata rispetto al 2011. Le novità, le denunce e le suggestioni emerse a «Più libri più liberi», l’undicesima Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria

Perché si legge sempre meno? L’interrogativo è divenuto stringente e drammatico negli ultimi tempi, in particolare dopo la diffusione del Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2012 dell’Associazione Italiana Editori (AIE), presentato nell’ottobre scorso alla Fiera del libro di Francoforte, che ha evidenziato, oltre alla quasi scontata crisi del mercato del libro (-8,7% nei primi nove mesi del 2012; un dato molto peggiorato rispetto al già negativo -3,7% del 2011), anche la crisi della lettura stessa.
Infatti, secondo le statistiche, il numero degli italiani che non ha letto nemmeno un libro non scolastico è aumentato nel 2011 di 723.000 unità rispetto al 2010: i lettori in Italia rappresentano solo il 45,3% della popolazione (in Germania costituiscono l'82% della popolazione, negli Stati Uniti il 72%, in Francia il 70%, in Spagna il 61,4%). L’analfabetismo di ritorno sta contagiando tutte le categorie: nel Paese con il più grande patrimonio culturale del mondo, non legge nessun libro il 19% dei laureati, il 33,7% dei quadri direttivi e il 31% di dirigenti, imprenditori e professionisti. E gli effetti – è proprio il caso dirlo – si vedono, a tutti i livelli.
Dall’undicesima edizione di «Più libri più liberi», la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria che si è tenuta dal 6 al 9 dicembre scorsi a Roma, presso il Palazzo dei Congressi all’EUR, e che ha registrato un notevole successo di pubblico (oltre 50.000 presenze), è venuto qualche segnale in controtendenza. Dai dati presentati dall’AIE, emerge una piccola ma significativa ripresa del mercato librario nel suo complesso a fine ottobre (-7,5%) e soprattutto una migliore tenuta dei piccoli e medi editori (-7,1%), cioè di quelle 2672 aziende indipendenti che nel 2011 hanno pubblicato 23.351 titoli, il 36% del totale della produzione editoriale italiana. Altro segnale positivo è stato l’annuncio, da parte del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paolo Peluffo, dell’insediamento del tavolo interministeriale per il libro e l’editoria: un’iniziativa richiesta dal Presidente dell’AIE Marco Polillo alla Fiera del Libro di Francoforte e che è stata salutata con favore dagli addetti ai lavori.
La Fiera della Piccola e Media Editoria si è aperta il 6 dicembre scorso con una lezione di Massimo Cacciari, intitolata Il libro nell’età dell’immagine, incentrata sul libro come antidoto all’omologazione: «Con la digitalizzazione abbiamo in mano la biblioteca universale. Ovvero, un manuale in cui il sapere è immediatamente disponibile e immediatamente accessibile», che condivide «i caratteri della realtà virtuale: dove tutto appare artificio e finzione. Quali sono le conseguenze? I diversi temi ci appaiono indifferenti». Da qui, per il filosofo veneziano, il «problema epocale della fine del libro: oggi che navighiamo nella biblioteca di Babele non proveremo più l’esperienza straordinaria di andare da biblioteca a biblioteca, di sfogliare gli archivi, di cercare. Navigare in rete non è un’esperienza». E poi, nel rapporto con il libro è fondamentale «la dimensione del silenzio, dove l’io dialoga silenziosamente con questo oggetto e con l’autore. Nella cultura della digitalizzazione e della chiacchiera, del silenzio non resta niente».
Hanno anche fatto scalpore – durante la tavola rotonda dello scorso 8 dicembre sul tema Leggere è un rischio (dal titolo del libro di Alfonso Berardinelli, pubblicato dalle Edizioni Nottetempo) – le parole pronunciate da Alberto Galla, Presidente dell’Associazione Librai Italiani (ALI), per il quale «la non lettura deve essere considerata un’emergenza nazionale», anzi «l’archetipo di tutte le emergenze, perché un Paese che non legge non progredisce». L’edizione 2012 di «Più libri più liberi» (mai denominazione è stata più appropriata, non solo perché particolarmente efficace sul piano della comunicazione, ma perché è intrinsecamente vera) è stata idealmente conclusa dalle parole di un altro filosofo, Giorgio Agamben, che ha avanzato una splendida provocazione: «vorrei dare un consiglio agli editori e a coloro che si occupano di libri» (un consiglio che naturalmente, più che ai piccoli, è indirizzato ai grandi editori): «smettetela di guardare alle infami, sì, infami classifiche dei libri più venduti e – si presume – più letti e provate a costruire invece nella vostra mente una classifica dei libri che esigono di essere letti. Solo un’editoria fondata su questa classifica mentale potrebbe far uscire il libro dalla crisi che – a quanto sento dire e ripetere – sta attraversando».
Tra i circa 400 espositori presenti all’undicesima Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria, abbiamo intervistato i responsabili di tre case editrici particolarmente impegnate sul fronte del libro di cultura e di qualità: Palombi Editori, Il Melangolo  e L’Orma Editore. Tre editori che, pur dovendo necessariamente fare i conti con le vendite, cercano certamente di pubblicare «libri che esigono di essere letti».



Francesco Palombi:
che cosa significa
essere un editore
di cultura
al tempo della crisi


Francesco Palombi è l'Amministratore Unico della Palombi Editori, una tra le case editrici più antiche e autorevoli di Roma, che pubblica testi raffinati e preziosi da quasi cento anni, dal momento che l'azienda è stata fondata nel 1914.

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Il Melangolo,
ricercare la qualità
e il pareggio
di bilancio


Marco Fidora è il Direttore Generale della casa editrice Il Melangolo, piccola ma prestigiosa azienda editoriale nata a Genova nel 1976, specializzata in filosofia.

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L'Orma,
una scommessa editoriale
per contribuire
al cambiamento
del Paese


L'Orma Editore è una nuovissima casa editrice con sede a Roma, che ha iniziato le sue attività  nell'autunno scorso. Già nel nome, la casa editrice porta l'"impronta" dei due giovani editori, Lorenzo Flabbi e Marco Federici Solari; "L'Orma" nasce, infatti, dalla fusione dei due nomi di battesimo abbreviati: "Lor" (per Lorenzo) e "Ma" (per Marco).

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21 dicembre 2012

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