ASSAGGI DI SCIENZA E DI CULTURA

Idea de la mujer
en la literatura hispano­­americana.
De Colón al siglo XX

Giuseppe Bellini,
Bulzoni Editore

Il volume è consultabile presso la sede milanese dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea (ISEM) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (csae@unimi.it). Maggiori informazioni si trovano sul sito della sede (http://users.unimi.it/cnrmi/php/csae.php).
“Studi di genere”: quasi una parola d’ordine, sempre più diffusa nell’indagine letteraria, storica e sociologica, sin dalla fine del secolo scorso. Da allora la società occidentale si è osservata da una nuova prospettiva, la “prospettiva femminile” che non ha più cessato di influenzare profondamente ogni aspetto della nostra vita, inclusa la ricerca. Con il suo Idea de la mujer en la literatura hispanoamericana. De Colón al siglo XX, Giuseppe Bellini – fondatore degli studi letterari ispanoamericani in Italia – riesce pienamente nell’arduo compito di rappresentare la donna nella letteratura ispano-americana, sia nella veste di autrice che in quella di soggetto del testo letterario.
Il volume è agile e di piacevole lettura, una rarità dunque nella letteratura scientificamente più rigorosa: una vera e propria carrellata di autori tra i più significativi del Nuovo Mondo, in grado di restituire magistralmente l’immagine letteraria della donna in tutte le sue sfaccettature.
Tra queste, la prima a trovare spazio nel volume è l’immagine della donna come il nudo (sia fisicamente che metaforicamente) e talora dissoluto e lussurioso oggetto della concupiscenza dei conquistadores, nei racconti delle scoperte e della colonizzazione del continente americano: le terre del Nuovo Mondo, come è noto, sono state per lungo tempo associate, di fatto e nell’immaginario europeo, alla conquista. Proprio il rapporto tra uomo e donna ha spesso personificato il rapporto tra il conquistatore (il maschio europeo) e la terra, bramata per le sue ricchezze, strappata al nemico, conquistata ed infine posseduta.
Nei primi “romanzi” della colonia, la donna è invece l’espressione più immediata dell’amore sentimentale, mentre appare solo di sfuggita nelle cronache, come El Carnero di Juan Rodríguez Freyle. Il ruolo di concubina selvaggia e dissoluta, avversaria inesausta di ogni tensione morale e fonte della rovina dei costumi coloniali, è quello che tocca alle figure femminili nei versi di Mateo Rosas de Oquendo e di Juan del Valle y Caviedes. Opposta è la prospettiva del filosofo, poeta e padre della patria venezuelana, Andrés Bello: creature divine dispensatrici di salvezza, le donne di Bello sono pervase di afflati vitalistici, che una morte drammatica spegne quasi sempre in un triste epilogo.
Al Novecento americano Bellini dedica alcune pagine di grande pregnanza, esordendo con la donna del decadentismo, ora crepuscolare, “autunnale”, e al tempo stesso fonte di una quasi dannunziana seduzione (da leggere assolutamente il brano sulla Rosa de la tarde di Vargas Vila), ora una vera e propria messaggera di amore e morte nei versi di Octavio Paz. Molti sono poi i riferimenti al romanzo contemporaneo, al teatro sociale e storico del XX secolo, mentre, all’interno della produzione lirica, un posto di particolare evidenza è riservato alla poesia afro-americana.
Ma Idea de la mujer va ancora oltre e supera il pur fondamentale intento critico-scientifico restituendo, attraverso il dato letterario, epoca per epoca, la concezione del ruolo della donna nella società ispano-americana, in ogni possibile contesto: nello spazio trascendente del rapporto con la fede, in quello privato del “focolare”, in quello pubblico dei salotti culturali, nell’intimità del sentimento romantico ed infine nella dimensione civica della critica alla società del denaro (chi non ha letto i romanzi di Alberto Blest Gana troverà nelle pagine di Bellini molti buoni motivi per accostarsi a questo autore).
Proprio l’“idea della donna” diventa la lente d’ingrandimento, la prospettiva dalla quale descrivere un mondo in continua evoluzione, in costante rapporto di scambio culturale con il vecchio mondo (basti pensare all’influenza delle opere di Byron, del romanticismo italiano e del vasto movimento del Decadentismo europeo sul “femminile” letterario ispano-americano). Un mondo animato dalle suggestioni e dai sincretismi che sono il prodotto della coesistenza, nelle diverse culture “nazionali”, di voci molteplici e differenti: quelle indie, quella meticcia, quella mulatta, quella afro americana, quella castigliana e così via.
Anche in questo affascinante settore di studi, la letteratura scientifica e quella divulgativa hanno trovato un felice punto d’incontro.

pagine 207, euro 16

Michele Rabà

19 settembre 2012

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